Benvenuti nel Comune di Pratola Peligna

   

 Piatti tipici

Come si sa, ogni centro, anche 

il più piccolo, possiede e custodisce

tanti piccoli segreti, tante ricette che,

pur nel filone generale, hanno qualcosa

di particolare che le differenzia dalle 

altre consimili. E così a Pràtola.

Le pizzelle, dette anche "ferratelle", 

ottenute da un composto di farina,

uova, zucchero, con l'aggiunta di 

eventuali aromi a piacere, impastato

e cotto servendosi di un arnese

formato da due piastre di ferro, 

apribili a libretto grazie ai rispettivi 

manici, per cuocere un poco alla volta

su fuoco vivo (una volta utilizzando 

la legna, ora il gasl'elettricità) la pasta

già preparata. Ci sono "pizzelle" di 

tipo diverso: quelle più antiche, 

a forma allungata,che nell'impasto utilizzano ancheil mosto cotto, 

e quelle moderne che ne fanno a meno.

Ferri

"Pizzelle" con il "mosto cotto"

 I "ferri" per la cottura delle "pizzelle" sono interessanti per la varietà dei fregi che li abbelliscono ed in un certo senso "personalizzano" il prodotto,tanto è vero che spesso portano le iniziali del possessore oppure l'anno di fabbricazione

 

I ceci ripieni, vale a dire 

 il ripienodi ceci, dalla 

 componente fondamentale

 di essi, con l'aggiunta di 

 cioccolato, mandorle e noci

 tostate ed aromi a piacere.

 Gli scarponi sono come 

 una versione più sostanziosa 

 dei "ceci ripieni", con differenti

 dosaggi e componenti. 

 Le ciambelle e ciambelloni

 si fanno particolarmente 

 nel periodo pasquale.

Quelle qui riprodotte,

 non molto grandi, vanno 

 bene per tutto l'anno e sono

 particolarmente gustose

 se inzuppate nel vino.

 Legati solo alla Pasqua sono (o erano?) i particolari dolci riservati ai ragazzi, cioè il cavalluccio per i bambini e la bambola per le bambine, con incorporato il tradizionale uovo, simbolo della vita.

 

 

Anche i tradizionali gnocchi 

con la componente delle 

patate ricevono dall'abilità 

delle nostre massaie il tocco 

personale dell'impasto, del taglio, 

della "carratura" e del ragù.

Tipicamente pratolane sono 

le gustose sagne ricce alla ricotta.

Un altro diffuso cibo tradizionale 

come la polenta di mais

(stesa sulla "spianatora" nel modo antico) trova qui una

 particolare valorizzazione

grazie al condimento, che utilizza

la gustosa carne locale, fra cui 

e salsicce, che vengono

anche preparate per la 

conservazione, insieme agli 

ottimi salami e prosciutti.

 

 Il piatto principe delle nostre tavole sono i maccheroni alla chitarra, così chiamati perché ottenuti con un attrezzo costituito da un telaio di legno che regge una serie di fili d'acciaio posti parallelamente sui due lati minori di esso, quasi a modo di chitarra. La distanza più o meno grande fra i fili d'acciaio consente di ottenere i maccheroni di differente spessore. La massa si ottiene impastando la farina di grano duro con uova, riducendola quindi a sfoglie e facendola passare - con la pressione del matterello - attraverso i fili della "chitarra". La ricchezza e la varietà dei sughi e degli intingoli completano questo piatto insuperabile.

Legata ai cibi tipici, anche se limitatamente alla vigilia di Natale, sono le cosiddette "sette minestre", un pasto comprendente sette portate a base di legumi, spaghetti con sugo di pesce, baccalà con aglio olio e peperoncino, verdure varie e "scrippelle" al posto del pane. Il pratolano Antonio De Nino ha documentato questa usanza anche in riferimento ad altre località abruzzesi. 

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