A
livello religioso, un momento particolare è quello che vede
protagonista la cosidetta "compagnia di Gioia dei Marsi".
Questo paese della Marsica nutre ab immemorabili una particolare
devozione per la Madonna della Lìbera ed organizza ogni anno il
pellegrinaggio al Santuario. L'utilizzazione da parte di molti
pellegrini dei moderni mezzi di trasporto non scoraggia quanti
continuano ancora ad effettuare a piedi il lungo cammino di una
trentina di chilometri. Al mattino del venerdì precedente la
festa, dopo aver ascoltato la messa, il gruppo dei pellegrini,
comprendente persone di ogni età (talvolta anche ragazzi) e
condizione sociale, parte dalla piazza di Gioia, verso Venere dei
Marsi e Pescina, dove si fa la colazione al sacco con sosta
al "Ponte della Valle"; si prosegue, quindi, per Forca
Caruso, dove si recita la "Via Crucis", e Goriano Sìcoli
con una breve visita al Santuario della Beata Gemma; poi il pranzo
ed ancora per via verso Raianio, fino a Pràtola. Lungo il
percorso vengono raccolte le offerte in denaro che, in aggiunta a
quelle dei gioiesi, vengono messe sullo stendardo del gruppo, che
ha l'effigie della Madionna esemplata sulla statua del Santuario
pratolano. Il gruppo dei pellegrini si organizza anche per quanto
può servire nel corso del lungo e faticoso tragitto (viveri,
acqua ed altro). L'itinerario del pellegrinaggio verso Pràtola
viene ricordato da Ignazio Silone in Fontanamara:<<...Un
faticoso pellegrinaggio di penitenza. (...) Dopo un'intera
giornata di strada a piedi, dopo la ripida, sassosa, polverosa
valle di Forca Caruso e dopo la lunga gola di San Venanzio, le due
giovani entrarono nel Santuario della Madonna della Libera>>.
Un momento particolarmente commovente è quello di quando, nel
punto detto "la spiaggia di Goriano", appare all'orizonte
la Conca Peligna e poi l'abitato di Pràtola, dominato dalla
cupola del Santuario della Madonna. I pellegrini cadono in
ginocchio, piangendo e ringraziando Maria per le grazie ricevute,
pregando per invocarne di nuove, mentre uno di loro rivolge
alla Madonna il globale saluto di rito.Si procede, quindi,
passando per Raiano e facendo qui una breve visita alla Chiesa,
fino ad arrivare a Pràtola in località Capo Croce, al bivio di
Raiano e Corfinio. La "compagnia", al canto degli inni
sacri - fra cui l'immancabile tradizionale <<Evviva
Maria>>- vi arriva il tardo pomeriggio del primo venerdì di
maggio e viene accolta nel rione San Lorenzo dal Sindaco, dalla
"mastra" con le "cercatrici", dal Presidente e
dai membri del Comitato dei festeggiamenti, oltre che da numerosi
pratolani plaudenti. La folla è schierata anche lungo le vie
percorse dal corteo che, per un primo doveroso omaggio alla
Madonna e cantando le lodi di Maria con l'ultimo rauco filo di
voce rimasta, va processionalmente al Santuario, anch'esso
affollatissimo di fedeli che accolgono questi particolari devoti
con grande commozione ed un caldo applauso. I pellegrini procedono
in ginocchio ( lo "strascino", in dialetto "lu
strasciòine") e si accostano all'altare principale e ne
baciano la pietra; in passato, c'era chi avanzava strisciando la
lingua per terra, in segno di penitenza o di ringraziamento per
una particolare grazia ricevuta. Dopo i saluti dei rispettivi
Parroci e Sindaci dei due centri, la manifestazione si chiude
con un <<Evviva la Madonna della Lìbera>>, gridato,
quasi urlato dalla folla, con le voci al limite
dell'estensione acuta, che mettono come un brivido nella schiena.
I partecipanti al pellegrinaggio scelgono in genere di dormire sui
giacigli di paglia messi a disposizione dal Comitato dei
festeggiamenti, nella chiesa di San Lorenzo. del tutto scomparsa,
invece, è l'abitudine da parte dei pellegrini di dormire per
terra o sui banchi nel Santuario, sulla scia della antichissima
incubatio pagana. alla "compagnia" di Gioia viene
riservato un trattamento particolare, con un posto privilegiato
nel presbiterio durante l'esposizione del sabato mattina, nonchè
con il trasporto della statua della Madonna nella seguente processione
per il rione di Valle Madonna, oltre che per la disponibilità
della chiesa per un'ora, il pomeriggio dello stesso sabato, quando
il loro Parroco celebra una funzione religiosa riservata. La
partenza, o meglio il congedo, della "compagnia" avviene
la domenica mattina presto, con un ultimo passaggio davanti alla
statua della madonna al canto degli inni sacri, in particolare
dello "Evviva Maria", eseguito con le voci portate alle
caratteristiche estensioni alte, quasi gridate, che danno al canto
qualcosa di straziante ed estremamente toccante << Madonna
della Lìbera, / noi siamo di partenza, / tu dacci la
licenza / e la santa benedizion . // Evviva Maria
/ e chi la creò>>. L'uscita dalla chiesa avviene camminando
a ritroso, in modo da non dare mai le spalle alla Madonna.
Comincia qui il ritorno dei pellegrini verso il paese marsicano,
dove li attende la popolazione e c'è l'incontro con un'altra
processione mariana locale, proveniente dalla chiesa della Madonna
delle Grazie in Gioia Vecchia, e l'abbraccio simbolico delle due
Madonne raffigurate nei due rispettivi stendardi.