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Origini
Geologiche
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Dal
punto di vista geologico, è notevole in quest’area la presenza del
Mesozoico, con calcari organogeni del Cretaceo di cui è costituita la
maggior parte dei massicci montuosi; sono presenti, comunque, anche
calcari appartenenti al Giurassico. La
formazione del Terziario, con calcari marnosi del Miocene Inferiore sono
molto evidenti, e rintracciabili, sia sul versante sud-ovest e più a nord
della catena del Sirente, con detriti di falda montuosa, sia con la serie
molassica del Miocene medio-superiore a ridosso degli altopiani delle
Rocche. Tuttavia, i terreni più recenti del Quaternario rivestono senza
alcun dubbio, per la loro diversità di origine e di composizione, un
ruolo primario nella determinazione della struttura morfologica
dell’intera zona. Le manifestazioni di questo periodo geologico (depositi
alluvionali, dei resti del glacialismo, del carsismo e dell’erosione
fluviale) sono infatti quelle più chiaramente evidenti e più
direttamente responsabili del paesaggio attuale.
I depositi alluvionali, derivati da antichi laghi di origine glaciale,
sono divenuti ora splendidi altopiani incastonati tra le catene montuose.
Ricordiamo, solo per citare i più vasti, il Piano di Pezza, l’Altopiano
delle Rocche e quello di Campo Felice (fuori del territorio del Parco), i
Prati del Sirente.
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Sul
Sirente, sulla Magnola, e sul Velino, cioè sui maggiori gruppi montuosi
dell’area, testimoniano l’antica presenza dei ghiacciai non solo i
numerosi circhi glaciali sparsi qua e là sulle diverse cime, ma anche i
resti delle relative morene che a volte si estendono, come sul versante
nord-orientale del Sirente, anche per diversi chilometri.
Il carsismo è un altro
fenomeno di modellazione del territorio molto diffuso nell’area.
L’elevata frequenza e facilità con cui si riscontrano inghiottitoi,
grotte, doline, mostrano quanto questo fenomeno sia, ancora oggi, qui
particolarmente attivo. E ciò è verificabile proprio negli altopiani
precedentemente elencati, che sono, infatti, degli estesi piani carsici, con
conseguente minima idrografia superficiale.
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Fra
le diverse manifestazioni carsiche, è di notevole interesse, nel bacino
chiuso di Rocca di Cambio, l’inghiottitoio di Terranera, il cosiddetto
Pozzo Caldaio, dove le acque della piana scompaiono, per poi riapparire, più
ad est, nella risorgenza delle Grotte di Stiffe, ricche di concrezioni
calcaree di particolare effetto scenografico e protette da un vincolo
paesaggistico. Rispetto
al fenomeno del carsismo, indubbiamente meno esteso, è quello
dell’erosione fluviale. Ma senz’altro non meno spettacolare, come
dimostrano le Gole di Celano, lunghe circa 5 km, per molti tratti
strettissime, e con pareti verticali alte spesso più di cento metri. Questo
vero e proprio canyon, scavato dal torrente La Foce, è posto anch’esso
sotto un vincolo paesaggistico.
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