|
Storia
|
|
La
Majella, oltre che di natura selvaggia, è straordinariamente ricca di
testimonianze storiche, archeologiche e architettoniche. Anzi, e potrebbe
apparire come un paradosso, sono state proprio l’asprezza ricchezza e
bellezza del paesaggio a favorire le diverse forme di insediamento umano
che hanno determinato la storia del territorio. in effetti è sempre stata
abitata, sin dal Paleolitico - 800.000 anni fa – quando bande di
cacciatori raccoglitori, appartenenti alla specie Homo herectus,
utilizzavano le risorse naturali della montagna per procurarsi cibo,
attraverso la raccolta dei prodotti spontanei e la caccia dei grandi
mammiferi – e materiale – selce – da cui ricavare strumenti. Ricche
testimonianze di questo vasto periodo sono state rinvenute negli
importanti siti di Valle Giumentina, Grotta degli Orsi e grotta del colle.
L’inizio del Neolitico – a partire da 6.000 anni a.c. – ma
soprattutto le successive età del rame, del bronzo e del ferro, segnano
il passaggio dal nomadismo alla stanzialità che porta all’affermarsi
delle comuni pratiche agricole, alla formazione di società politicamente
organizzate e al sorgere di nuclei abitati fortificati.Di questo periodo
è testimonianza,soprattutto, il villaggio di Piano d’Orta ma anche per
gli usi rituali, le grotte Oscura e dei Piccioni nei pressi di Bolognano e
Del Colle a Rapino e , per gli abitanti fortificati, Colle della Civita a
Rapino e San Nicola a Caramanico. I successivi periodi storici segneranno
sempre di più l’affermarsi sulla Majella,
|
di
forme di economia agrosilvopastorale che, unitamente alla diffusione della
presenza monastica e dell’ eremitismo, influiranno in maniera determinante
sulla storia, sul paesaggio e sull’uso delle risorse naturali –
disboscamenti diffusi e distruttivi per ricavare pascoli e terreni agricoli
-. Innumerevoli le testimonianze al riguardo: dalle capanne a Tholos, in
pietra a secco, classico insediamento agro – pastorale, simile al Nuraghe
sardo o alle Castella della Corsica, diffuso in ogni angolo della Majella;
agli abitanti accentrati e fortificati i Castra di Salle, Musellaro,
Roccamorice, Lettomanoppello; ai diversi centri monastici fra cui San
Clemente a Casauria, San Liberatore a Majella, San Salvatore a Majella, san
Tommaso di Paterno, Santo Spirito a Majelle;
di diversi eremi, sovente scavati nella roccia friabile della
montagna in cui, proprio a causa della natura aspra del territorio, monaci
eremiti – fra cui Desiderio di Benevnto poi Papa Vittore III e Pietro
Angeleri di Isernia, poi Papa con il nome di Celestino V -, alla ricerca di
solitudine e libertà, cercavano rifugio e meditazione per la propria
elevazione spirituale – Sant’Onofrio di Serramonacesca, Santo Spirito e
San Bartolomeo di Legio nei pressi di Roccamorice, Sant’Onofrio al
Morrone,
San Giovanni all’Orfento. Scomparsi gli eremiti, le zone più impervie
della Majella,
|
sono
state per lungo tempo dominio incontrastato di banditi e briganti, isolati o
organizzati in bande, quasi sempre determinanti nelle loro azioni da
profonde motivazioni politiche, sociali ed economiche. Del fenomeno restano
ancora oggi tracce significative, come le incisioni scolpite sulla roccia
denominata “Tavola dei Briganti”. Il paesaggio del Parco delle Majella,
il cuore stesso del Parco, è stato altresì profondamente modellato
dall’uomo prima in maniera armonica e positiva – centri storici – poi
in maniera selvaggia e distruttiva – lottizzazioni – in nome di un
utopistico progresso che ha profondamente ferito la sacralità del
paesaggio. Pregevoli testimonianze storiche negli antichi borghi di:
Caramanico Terme – Chiesa romanica – gotica di S. Maria
Maggiore, e
chiesa di S.Tommaso del XII sec. con architravi, rosoni e affreschi del
|
Duecento
-, Pacentro, pittoresco borgo medioevale con i resti de Castello dei
Caldora – Cantelmo del XIV sec. e la quattrocentesca Chiesa di S. Maria
Maggiore; Salle, con i resti del Castello di Salle; Tocco da Casauria;
Pennapiedimonte; Pescocostanzo con i suoi splendidi palazzi, del ‘500 e
del ‘600 e la Basilica di S. Maria del Colle, originaria dell’XI sec.
ricostruita nel 1466 e ultimata alla fine del ‘600; Roccacaramanico,
ormai disabitato; Guardiagrele, con la Chiesa romanica di S. Maria
Maggiore dell’Xi sec. e la Chiesa di S. Francesco con portale romanico
– gotico del XV sec.; Sulmona – Cattedrale, Palazzo Tabassi, Chiesa
dell’Annunziata, originaria del 1320, Badia Morronese o di S. Spirito,
edificata nel XIII sec. da Pietro da Morrone e, nei pressi, il Santuario
di Ercole Curino risalente alla metà del I sec. a.C.
|
|
|