|
SANTUARIO
DI ERCOLE CURINO |
|
Le
'potéche d'Ovidio", come per centinaia d'anni vennero chiamate
le arcate che svettavano sulle pendici sud-occidentali del Monte
Morrone, sotto all'imponente eremo di S.Onofrio, sono state
identificate con un grande complesso sacro negli anni '50, in
seguito ad uno scavo archeologico che consenta di capire ed
apprezzare le strutture antiche sviluppate su terrazze.
|
|
Costruito
nei pressi di una o più sorgenti naturali, come era abitudine in
epoca italica, il santuario, databile nella sua fase più antica al
IV-III sec.a.C., venne nel corso dei secoli monumentalizzato ed
ampliato con varie strutture, funzionali alle attività che ivi si
svolgevano. L'attribuzione ad Ercole, divinità assai venerata in
Abruzzo fin dal periodo preromano, è resa certa dalle iscrizioni di
dedica rinvenute sugli oggetti votivi. Il complesso è articolato su
due terrazze, sapientemente costruite in epoca antica; sulla
superiore, sorretta da un muraglione in opera poligonale, svettano i
resti del sacello, pavimentato con un mosaico policromo di tipo
ellenistico, databile al I sec.a.C., e decorato da pitture
parietali, in parte ancora visibili. Il sacello è raggiungibile
tramite una scalea dove sono i resti di un donario e di una fontana
in pietra calcarea. La terrazza inferiore, sostruita da un
muraglione a gradoni rientranti in opera incerta e quasi reticolata,
era caratterizzata da una serie di ambienti volta- ti, quasi del
tutto crollati, sovrastati da un ampio piazzale trapezoidale. |
Tali
ambienti, ai quali in passato venne attribuito proprio il nome
di "potéche', dovevano fortemente qualificare il
complesso e furono a lungo le uniche strutture visibili,
essendo stato il resto del santuario ricoperto da una frana
dovuta forse ad un terremoto nel II sec.d.C. Nel medioevo
l'azione di spoglio fu quindi meno determinante che altrove,
essendo l'edificio sommerso sotto un alto strato di terreno.
Nei pressi delle antiche strutture venne edificata nel XII
secolo la chiesetta di Santa Maria in criptis, abbandonata
circa tre secoli dopo. Tra i materiali archeologici rinvenuti
nel santuario spiccano un'ara bronzea donata nel II sec.d.C.
da un militare e una bella statuetta in bronzo raffigurante
Ercole in riposo, attribuita al grande artista Lisippo di
Sicione, dedicata nel santuario intorno al 100 d.C. da Peticio
Marso, un ricco armatore che donò l'opera, per allora un
"pezzo di antiquariato", per assolvere ad un voto.
Entrambi gli oggetti sono oggi conservati presso il Museo
Archeologico Nazionale di Chieti. |
|
|
|
|
|
|
Come
arrivare |
|
|
|
|
|