a

Jennare sfascie pajare fascia la mese n'che tutte le pane.

Gennaio svuota il pagliaio, svuota la madia di tutto il pane.

Significa, che le bestie da lavoro mangiano le provviste di foraggio e nelle case si consumano le provviste di cibo

 

Tiempe raccunce de notte dura tante che 'na ricotte.

Il tempo che si accomoda di notte, dura tanto quanto può durare una ricotta, la quale si mangia nella (ricotte, giornata, se non si mangia, si guasta per acidità). Si dice appunto così del tempo.

 

Aria rosce de sera buon tempo mena; aria rosce de matina mal tempo spera.

Quando la sera il sole tramonta dietro i contrafforti del Sirente e lascia un cielo infiammato di rosso, il giorno successivo è buon tempo; quando invece il mattino il sole sorge sul Morrone fra nuvole tinte di porpora, entro la giornata pioverà.

 

Febbraje, curte e amare

Febbraio è il mese più corto dell'anno ed è il più amaro, il più duro per il freddo e l'abbondanza di nevi e perciò più lungo a trascorrere.

 

Febbraje curte, è lu pegge de tutte. Se i juorne mii fuscino tutte facesse tutte jlà le vine dontre a le vuttre vuttrue.

Febbraio corto, di soli ventotto giorni, è il peggiore di tutti i mesi. Se i miei giorni fossero tutti.

 

Se febbraje 'ne febbralaje, marzo male pense.

Se febbraio non fa il cattivo tempo (febbralaje) marzo pensa a male e fa lui quello che non ha fatto febbraio.

 

Cannelora, o nèngue, o piove, o esce lu sularielle, 'natre trenta juorne d'invierne.

La Candelora, il 2 di febbraio, o nevica, o piove, o esce il sole, occorrono altri 30 giorni per uscire dall'inverno.

 

Carnevale a lu tizzone, Pasqua a lu solone.

Se Carnevale si fa vicino al fuoco perchè il tempo è cattivo, Pasqua si farà all'aria aperta perchè vi sarà il sole e viceversa.

 

Sant'Antonio a lu solone Pasqua a lu tizzone.

Se in S. Antonio (17 gennaio) vi è il sole, a Pasqua farà cattivo tempo e quindi si passerà vicino al fuoco (tizzone). 

 

Aprile, tre gocce nu barile.

In aprile si desidera che ogni giorno piova perché fa bene alla campagna ed in modo particolare alla vigna facendo riempire i barili, la prossima vendemmia.

 

Magge urtulane, Assè paglia e poche rane.

Si dice maggio ortolano quando questo mese è piovoso (la pioggia è sempre favorevole all'orto). Si avrà così fusto molto sviluppato (paglia) e spiga piccola nel grano. (Assai paglia e poco grano).

 

San Pàmpene le vigne spàmpene.

S. Panfilo è il protettore di Sulmona e si festeggia il 28 aprile. In quel periodo le viti aprono le loro foglie (panipini). In S. Panfilo le viti allargano i pampini.

 

Se Santa Jemma piove, ogni coppa ne fa nove.

S. Gemma viene festeggiata il 12 maggio in Gorìano Sicoli. li proverbio dice che se in S. Gemma piove si avrà un abbondante raccolto di grano e cioè ogni misura (coppa) che vale 11 chili, ne farà nove volte tanto, che è il massimo che si possa da noi sperare. Kg. 99.

 

Cièle a pecorèlle, acqua a catinelle!

Quando il cielo è coperto di piccoli nembi spezzettati in modo da formare come una specie di mandria di pecorelle, verrà giù acqua in quantità (a catinelle), da catino.

 

Acqua di luglio strùglie lu munne.

E' convinzione generale fra i nostri contadini, pieni di esperienza, che l'acqua piovana del mese di Iuglìo faccia male sia al grano, che è in maturazione, che ai vigneti, che trovansi nell'alligatura (epoca susseguente alla fioritura) in cui l'uva, ha bisogno di molto calore. " Struglie tu munne " vuol dire che distrugge tutto, è dannosa a tutti i raccolti agricoli.

 

Se piove d'aùste piove lardo, uòglie e muste.

In contrapposizione al proverbio precedente, i nostri contadini sono convinti, per la stessa esperienza, che se piove invece il mese di agosto, il più caldo dell'annata, piove lardo, olio e mosto e cioè: si ingrassano i maiali perchè rinfresca l'aria, si ingrossa l'ulivo e si ingrossa, naturalmente, l'uva.

 

Nèbbie di Natale, assè paglìe e poche rane.

Si dice che la nebbia del mese di dicembre (mese di Natale) faccia molto danno al grano perchè, dopo la nebbia, si ha di solito il bel tempo, il sereno ed essendo il terreno scoperto, il grano soffre per le gelate mattutine; mentre la neve fa molto bene alla campagna coprendo e tenendo caldo il grano. Si avrà quindi fusto molto sviluppato con piccola spiga (assai paglia e poco grano). il contadino è conscio dell'altro proverbio: sotto la neve pane.

 

Mercante e puorce si videne doppe muorte.

I commercianti ed i maiali si valutano, nella loro consistenza, dopo morti, perchè in vita possono ingannare Io stimatore.

 

Addò se scàriche la some ci rìmàne lu turtùre.

Dove si scarica la soma, resta ii palo che serve a stringere la fune (Ia corda). In senso metaforico vuoi dire che nel luogo dove si fa un affare rimane sempre qualche cosa.

 

A jècce ed a pagliare n'addurre compagnie.

A letto (ìnteso per casa) ed al pacgliaio (inteso per stalla) non condurre amici, compagni, chè ti possono fare sempre la spia o qualche cosa di peggio. Non ti fidare.

 

Mercante fallite n' bade a 'nteresse.

Il commerciante fallito non bada a pagare forti interessi, pur di avere il credito, perchè sa che non restituirà nemmeno il capitale.

 

Amice, ve vulesse mmètare a cene, vulesse apparecchià na bella tuàglie, ma le pane è tuoste e lu curtielle nen taglie.

Scherzo dialettale per far capire agli amici che si è disposti con la volontà ad invitarli a cena, ma le difficoltà sono insormontabili: Amici vi vorrei invitare a cena, vorrei apparecchiare una bella tavola (tuàglie significa mensale, da mensa), ma il pane è duro (secco) ed il coltello non taglia.

 

I ùeie de la pignète Ie sa la cucchière.

I guai della pentola, li conosce il cucchiaio, per signifìcare che ognuno sa i guai suoi (cucchiaio parte integrante della pentola).

 

Se la viòle n'tenesse Iu ciumme fusce lu cchìù bìèlle fiore de tu munne.

Se la viola non avesse il gobbo, sarebbe il più bel fiore del mondo, per dire metaforicamente che molte belle donne sono sciupate da piccoli difetti o piccole imperfezioni sia fisici che morali.

 

Allu bene stacci, A lu male vacci.

Detto dialettale di grande spirito fraterno, volendo significare che, quando uno viene invitato a partecipare al bene singolo o collettivo, bisogna accettare, (starci) per partecipare. AI male, invece, inteso per persone malate (vacci) cioè non farti chiamare, desiderare. Devi correre per lenirlo. La saggezza del popolo minuto viene ancora una volta riconfermato.

 

concapeligna.it  Tutti i diritti riservati 

Indietro

Inizio

copyright © 2000