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Notoriamente, i maccheroni alla chitarra sono il
piatto nazionale abruzzese. La
"chitarra" cui si fa riferimento è un
telaio di legno di faggio rettangolare, porta un
un'incordatura d'acciaio a fili serrati
paralleli. La pasta, nelle proporzioni di 5 uova
per 500 grammi di farina di grano duro,
dev'essere lavorata per 20 minuti e lasciata
riposare un quarto d'ora prima di essere distesa
in sfoglia sulle corde della chitarra, e premuta
con un mattarello in modo che si ottengono i
caratteristici maccheroni a sezione quadrata.
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Il
condimento può essere un ragù di carne
d'agnello, oppure una salsa piccante di
pomodoro e peperoncino, sempre spolverato di
pecorino grattugiato. Pur essendo un primo
piatto succulento e nutriente, i maccheroni
alla chitarra sono una delle 35 portate
previste dalla panarda, come viene
chiamato il pranzo di gala abruzzese
organizzato in occasioni di matrimoni, nascite
o altre ricorrenze. La panarda tradizionale
era formata da una specie di preambolo e da
tre pranzi diversi, divisi da intervalli. Ci
si metteva a tavola a mezzogiorno e si finiva
la sera; ma, tra una sezione e l'altra, ci si
muoveva, si girava, ci si scambiavano posti e
saluti. C'erano regole precise anche nella
successione dei piatti, per stuzzicare e
risvegliare di volta in volta l'appetito.
Racconta Vincenzo Buonassisi che la panarda
fece molto parlare di sè dopo una
disavventura del famoso giornalista Edoardo
Scarfoglio, il quale, invitato a uno di questi
pranzi, resistette fino alla ventinovesima
portata, ma, alla trentesima, cercò di
sottrarsi al suo dovere: non ce la faceva più.
Allora il padrone di casa imbracciò il fucile
e glielo puntò contro, indignato per
l'offesa: << Mangia o ti sparo>>.
E Scarfoglio mangiò. Poi scrisse uno dei
pezzi più divertenti della sua vita. La
storia fu riesumata in seguito da Gian Gaspare
Napolitano, altro giornalista famoso ed è
diventata leggenda. |
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