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Nella
Valle del Sagittario, appoggiata ad uno sperone che, si affaccia
su una gola alpestre, emerge Scanno (1050 s.l.m), al centro di
una delle zone più belle
della
provincia dell'Aquila.
Le
famose, gole del Sagittario che precipitano verso Anversa con la
loro aspra bellezza e le memorie dannunziane, il gruppo montuoso
con la sua regina che si chiama Montagna Grande il Monte Godi e la Vai di Corte che si addentrano nel Parco
Nazionale
d'Abruzzo,
il lago che i adagia in un abbraccio verde fino alla ridente
Villalago: in questa pittoresca cornice sorge Scanno, la "cittaduzza
di sapore orientale" cara alle cronache di viaggio degli
scrittori fine Ottocento. La vena esotica, infatti, non manca.
Le origini non sono accertate e, fra storia e leggenda, c'è
l'insediamento di un primitivo ceppo orientale su questa
contrada a dominio del lago. C'è ancora il tipo di lavorazione
dell'oro e dell'argento che a giudizi di non pochi esperti
richiama un certo stile dell'Asia minore; c'è il famoso,
originalissimo costume muliebre con caratteristiche del tutto
diverse da quelle degli altri costumi non soltanto abruzzesi: il
copricapo richiama il turbante e ferma l'attenzione degli
studiosi di tradizioni popolari, insieme con le calzature a
pantfola, la gonna e il giubboncino, che hanno scritto una
storia attraverso i secoli. E una storia fantastica è stata scritta nella
pietra, con un'architettura d'insieme di rara armonia. Sotto le
suggestive fughe dei tetti, case e palazzetti del tardo
Rinascimento al Barocco, e scorci pittoreschi delle scalette
esterne delle case sulle viuzze scoscese, archetti di riparo,
anditi bui, mentre al XVI sec fissa il tempo la Fontana del
Sarracco e all'arte borgognona del XIII secolo richiama il
portale mediano della chiesa di Santa Maria della Valle.
Paesaggio, folklore, arte, artigianato delle oreficerie e del
merletto a tombolo; una storia soffusa di mistero, con quel
sapore d’oriente e quel costume unico, le gole aspre in cui
gorgoglia impetuoso il Sagittario, le montagne maestose e silenti, il lago di cui ricorda la
nascita il pittoresco villaggio di Frattura, lassù a 1200
metri, verso quel Monte Genzana che al tramonto dell'era
glaciale si spaccò lasciando cadere una frana sul letto del
Tasso...
Questo
patrimonio naturale ed artistico rappresenta oggi il sostrato di
una stazione turistica modernamente attrezzata sia per il
soggioro estivo che per gli sports invernali.
All'ottima
ricettività, che ha le sue radici in una tradizione alberghiera
che risale ai primi del secolo, si sono affiancate le
attrezzature ricreative e sportive: piscine e campi da tennis
per l'estate e impianti di risalita a Monte Rotondo e a Passo
Godi per la pratica degli sports invernali. Scanno cresce
incontro al turismo. Complessi residenziali e nuove strutture
sorgono continuamente, al di là dell'anello della strada di
circonvallazione, quasi una cinta di difesa del centro storico,
che offre al visitatore in arrivo o in partenza il saluto di
quella fuga di tetti tra i più famosi d'Italia.
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Storia
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Vaghe
e oscure ritnangono ancora le origini di Scanno, nonostante
tracce di una strada consolare e ritrovamenti di monete,
tombe, idoletti di Ercole ed epigrafi attestino la sua
esistenza fin dafl'epoca romana.
Incerta è pure l'origine del suo nome: trovandosi il
paese adagiato su un colle circondato da monti più alti, una
fantasiosa tradizione lo paragona ad uno sgabello, ovvero,
scanno. Ma Scamnum era un termine che indicava il confine che
divideva le centurie in cui un terreno, conquistato dalle
truppe romane, veniva diviso e assegnato in proprietà. Tale
etimologia, sostenuta dai recenti studi di
toponomastica antica, in particolare riguardo
all'omonimo Scamnum ubicato presso Latiano in provincia di
Brindisi, è maggiormente valida per la nostra Scanno ed è
avvalorata da due epigrafi, trovate nei dintorni, dedicate ad
un quattuorviro e ad un decurione entrambi appartenenti alla
tribù Sergia, nella quale furono iscritti i Sulmonesi. Il
documento più antico dove, per la prima volta, viene
ricordata Scanno è un atto del 1067 coi quale i Conti di
Sangro donano a Montecassino tutta la valle del Lago con il
Monastero di S. Pietro in Lago, fondato, nei pressi di
Villalago, da S. Domenico da Sora nel 1017 e distrutto nel
sec. XVI. Dal Medioevo al Risorgimento, Scanno è coinvolta
negli avvenimenti storici e politici che si susseguirono nel
Regno di Napoli del quale faceva parte. Fino all'abolizione
della feudalità, promulgata nel 1806 da Giuseppe Bonaparte,
il paese fu infeudato a grandi famiglie meridionali: dal sec.
X fu dei Conti di Valva detti poi di Sangro fino al sec.XIII,
quando Margherita, unica erede di Todino di Sangro conte di
Scanno, sposò Cristoforo d'Aquino. Sotto i d'Aquino,
rappresentati in seguito dal ramo d'Avalos-d'Aquino marchesi
di Vasto e Pescara, restò per tutto il Cinquecento. Venduto
nel 1599 ad Annibale di Pascale, passò nel 1630 alla duchessa
di Barrea Francesca Albrizio, quindi alla famiglia d'Afflitto
cui, dopo la sua estinzione nel 1771, successero i Caracciolo
di Melissano che furono gli ultimi feudatari. Nel
1839 la vedova di Nicola Caracciolo di Melissano vendette la
propria parte, comprendente Chiarano di Pantano, agli eredi di
Francesco Di Rienzo di Scanno. Un
anno prima Gaetano Di Rienzo aveva acquistato da Luigi di
Grelli di Napoli l'altra parte di Bocca di Pantano e, nel
1877, suo figlio acquistò, infine, il rimanente feudo in
enfiteusi perpetua. Durante il dominio feudale il Comune,
detto allora Università, era organizzato da un governo di
annua elezione composto da un Camerlengo, da tre Massari,
chiamati anche Sindaci, aventi ruolo di esattori, e da otto
eletti (attuali Consiglieri). Il Feudatario eleggeva un mastro
massaro addetto ad esigere le collette e
un governatore quale suo diretto rappresentante. Nel
Sei - Settecento Scanno raggiunse la massima floridezza
economica grazie al notevole sviluppo dell'industria
armentaria che incrementò parallelamente anche quelle dei
pannilana, casearia e della concia delle pelli. Sulla fine del
' 600 si contava un patrimonio di 130.000 pecore, su una
popolazione di 2420 anime. L'industria
del panno divenne tanto fiorente e importante nell'economica
abruzzese che, fin dal Cinquecento,
gli Scannesi godevano speciali privilegi sulla tessitura e
tintura e il cardinal Granvela concesse loro il porto franco
nel trasporto delle merci alle fiere di Lanciano, Farfa,
Senigallia, Collefegato e Magliano Sabina. I numerosi palazzi
padronali e le tante ricche chiese urbane e rurali (14 tuttora
esistenti e 8 tra le interdette e demolite) che abbelliscono
il paese, testimoniano il benessere raggiunto dagli Scannesi i
quali gestivano anche una Taverna per forestieri e viaggiatori
(sec. XVII) e due ospizi per pellegrini e infermi, di uno dei
quali si ha notizia già dal 1337. |
Da
vedere
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Chiesa
parrocchiale di S. Maria della Valle, ricordata nel medioevo
(XII sec.) come S. Maria di Scanno, attualmente cinquecentesca,
con facciata molto rimaneggiata nel corso dei secoli.
Chiesa
del Purgatorio o delle Anime Sante, settecentesca,
interdetta al culto e utilizzata per iniziative culturali
(Auditorium)
Chiesa
di S. Eustacchio o S. Maria di Loreto, XII sec.,
completamente ricostruita
nel
1712.
Chiesa
di S. Maria di Costantinopoli (XV sec.), all'interno
bell'affresco "Madonna in trono con Bambino" (1478)
Chiesa
di S. Maria delle Grazie, (XVIII sec.)
Chiesa
di S. Rocco o Madonna del Carmine, (XV sec)
Chiesa
di S. Giovanni Battista, (XVI sec)
Chiesa
di S. Antonio Abate, anteriore al sec.XVI, ricostruita nel
1850.
Chiesa
di S. Antonio da Padova, extra-urbana, della fine del XVI
sec.
Palazzi
storici, P. Mosca (XVI sec.) con bel portale barocco;
P. Serafini (XVII sec.); P.Tanturri De Horatio (XVII
sec.); P. Di Rienzo (XIX sec.).
Fontana
Saracco, formata da due arcate, una del 1549 e l'altra del
XVIII sec.
Fontana
detta "Pisciarello", è sormontata da uno stemma a
tre torri, (XVIII sec.).
Museo
della Lana, integra le collezioni storiche della Regione
sulla cultura pastorale
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Appuntamenti
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Gennaio,
S. Antonio Barone. Sagra della porchetta e
distribuzione
delle
sagne benedette.
Sabato
Santo, Corteo degli Incappucciati.
Giugno,
Festa di San Antonio da Padova.
Agosto,
Festa di San Lorenzo
Agosto,
Il catenaccio. Rievocazione del corteo nuziale
Novembre,
Le glorie di San Martino. Enormi falò, alti più di 20 metri,
vengono accesi sulle alture di tre contrade: San Martino, la
Plaia e Cardella.
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