Sorge
nella porzione terminale di una lunga e stretta valle,
naturale via di collegamento tra la Conca Peligna (400m) e
l'altopiano delle Cinquemiglia (1280m).Il
paese è situato su un promontorio di forma allungata a 650m
slm, e si affaccia sulla stretta e ripida Valle Frevana, da
dove è possibile accedere all'ampia area ricompresa nella
Riserva Naturale del Monte Genzana, da cui scaturiscono le
acque della sorgente del fiume Gizio che tanta importanza
riveste ancora oggi per l'approvvigionamento idrico di tutti i
paesi della Conca Peligna. L'antichissimo
centro fortificato di Colle Mitra, sul monte omonimo, si può
considerare il primo insediamento stabile abitato dall'uomo
nel territorio di Pettorano, paese assai ricco di
testimonianze storiche. Dell'epoca antica si deve ricordare,
oltre ai corredi tombali e ad alcune iscrizioni, un notevole
frammento epigrafico, l'unico ritrovato in occidente, dell'
Edictum de Petriis, importante documento di carattere
economico emanato dall'imperatore Diocleziano nel 301 d.C.,
conservato presso privati. Nei
primi tempi del medioevo, portò alla costituzione di "Pectoranum",
il cui nucleo principale era e rimase per secoli il castello,
secondo alcuni iniziato in epoca longobarda e attestato nei
documenti a partire dall'XI sec. Il
castello sorge in posizione dominante che, a partire dal
Duecento, viene ad assumere un ruolo particolarmente
significativo all'interno del compatto stato feudale dei
Cantelmo. Esso era parte del sistema difensivo che dominava
gli accessi naturali della Conca Peligna, controllando in
particolare il tracciato del tratturo marsicano,
caratterizzato dalla presenza di numerosi capisaldi militari.
La funzione difensiva verrà meno a Pettorano, a partire dal
XVII secolo, quando il tratturo diventerà un percorso di
collegamento prevalentemente commerciale. Emerge l'imponente
torre-puntone, nucleo originario della fortificazione,
circondata da un recinto murario con torri circolari ai due
angoli nord-ovest e sud-ovest ed una torre quadrilatera in
corrispondenza dello spigolo sud-est. Abbandonato per decenni
e ridotto allo stato di rudere, il castello è stato
recentemente restaurato. Nel
1863 venne aggiunto "sul Gizio" al nome originario.
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