Nel
cuore del territorio carsico denominato degli Altipiani Maggiori
d'Abruzzo, oggi compreso nel più vasto Parco Nazionale della
Maiella, è situata Pescocostanzo (1395m slm ). Una incomparabile cornice di
monti e prati con la ricchezza fioro-boschiva e faunistica
dell’ambiente, la coincidenza di un patrimonio artistico e
culturale di notevole valore rendono a quet’area un carattere
di eccezionalita' e propongono al turista i motivi di una visita
ricca d’interesse. Le origini dell'antico nucleoabitativo (il
Pesco o Peschio) si fanno risalire almeno al X secolo. Il
primitivo " Castello" è gia' citato in documenti
storici del 1108 e nelle iscrizioni delle porte bronzee della
Basilica di Montecassino del 1123-26. Tra i primi signori del
borgo si ricordano tale Oddone dei Conti di Pettorano e i suoi
discendenti (fino a metà dei ‘200), alcuni feudatari seguaci
dei sovrani angioini (dal 1269) e da ultimo i signori Cantelmo
(dal 1325 al 1464). Nel 1456 un violento sisma devastava
l'Abruzzo e tutta l'Italia meridionale; la stessa Pescocostanzo
ne subiva danni. La ricostruzione del paese avveniva nel piano
sottostante la rocca con un preciso impianto urbanistico (che si
conserva tuttora).
Fu
in quegli anni che vi affluirono numerosi ed abili "Mastri
" artigiani di provenienza lombarda i quali improntarono
fortemente le attitudini di vita delle locali popolazioni.
Successivamente Pescocostanzo fu in possesso feudatario dei
Signori Colonna; questi peraltro ben si distinsero per il
progresso sociale del paese e il notevole impulso dato alla
cultura e alle arti. Ad un evidente benessere economico
(sostenuto in gran parte dalla fiorente industria armentizia)
corrispondeva in pari grado una sapiente intrapresa
amministrativa e l'investimento sociale in beni di arte e di
cultura. I secoli XVII e XVIII corrispondono di fatto al periodo
di maggiore sviluppo civico, o meglio di vero
"splendore" della comunita'pescolana. Nel 1774 il
paese si riscattava economicamente dal dominio feudale
(rappresentato allora dai signori Testa-Piccolomini) assumendo
di fatto il motto "Sui domina" di cui aveva a fre-
giarsi poi nello stemma. Oggi Pescocostanzo puo' offrirsi al
visitatore con tutto il suo patrimonio di bellezze culturali e
ambientali.
L’assetto
urbanistico è frutto di una programmazione rigorosa e
illuminata (fin dal XVI secolo era attiva una vera
"Commissione edilizia") e si è conservato
mirabilmente intatto attraverso i secoli, resistendo a guerre e
sismi, testimone stesso nel tempo dell'impegno statutario di
salvaguardia da parte delle civiche amministrazioni.
Da
vedere
Il
monumento di maggiore interesse è la Basilica di S. Maria del
Colle (sec. XIV-XV) che conserva al suo interno magnifiche opere
d'arte. Non da meno sono la Chiesa di Gesù e Maria e annesso
Convento (sec. XVII), la Chiesa di S. Maria del Suffragio dei
Morti (sec. XVI), l'ex
Monastero di S. Scolastica (progettato nel 1664 dall'architetto
Cosimo Fanzago) e, fra le opere di edilizia civica, il Palazzo
del Governatore in Piazza del Municipio) e lo stesso Palazzo
comunale (di impianto cinquecentesco) su una cui parete laterale
sono infisse le lapidi dei Capitoli amministrativi approvati da
Vittoria Colonna nel 1507.
Vi
è poi tutta una serie di palazzi nobiliari di eccellente
fattura: palazzo Sabatini di S. Venditto (sec. XVI-XVIII),
palazzo Coccopalmeri (sec. XVII), palazzo Colecchi
(sec. XVI),
palazzo Grilli (sec. XVI), palazzo Mansi (sec.XVI), palazzo de
Capite
(sec. XIX),
palazzo Ricciardelli (sec. XVI). Di indubbio
interesse è la tradizione artigianale, innestata fra le
popolazioni locali da quella "diaspora" di maestranze
lombarde avvenuta all'indomani del terremoto del 1456. È
tuttora viva la produzione di merletto a tombolo (assistita da
una Scuola comunale), di oreficeria e ferro battuto; un tempo fu
fiorente anche la manifattura di arazzi e tappeti, nonché
l'intarsio del marino e del legno. Ai motivi della visita dai
contenuti culturali e storici, Pescocostanzo aggiunge la
proposta dei soggioro e della vacanza, estiva ed invernale, in
un ambiente naturistico incantevole integrandosi nel piu' vasto
comprensorio degli Altipiani maggiori con le vicine localita' di
Rivisondoli e Roccaraso.
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