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Benvenuti a Introdacqua

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Se i nomi sono la conseguenza delle cose ("nomina sunt consequentia rerum", per dirla in latino), poche volte, forse, il detto cade così bene come nel caso di Introdacqua ("Interaquas" = dentro le acque), il ridente centro collinare (m. 670 s.m.) posto su un conòide all'estremità del Monte Genzana, nella confluenza delle Valli di Sant'Antonio (Traginaria) e di Contra (Mesera), come si canta con i bei versi di Nicolò D'Eramo: "Tra du pinete vèrde sta nascuoste, /mmiézz'a na valle nu Pajese bbelle", tra due pinete verdi sta nascosto, in mezzo ad una valle un paese bello. E le acque qui non mancano, fresche, abbondanti, provvidenziali per l'agricoltura, al punto da indurre nel secolo IX i monaci della ricca e potente Abbazia di San Clemente a Casàuria a mandarvi dei coloni per coltivare le terre di loro proprietà, dando l'avvio ad una comunità organizzata, laddove fino ad allora c'erano comunque stati degli abitanti, appartenenti a quei Peligni dai quali il territorio prende nome. Di quel possesso è rimasta una testimonianza, con l'inserimento del nome di Introdacqua ("Valvam Inter Aquas") fra quelli delle altre località dipendenti dall'Abbazia ed incisi sul portale di San Clemente. E l'acqua dovette entrare subito nel nome del nuovo insediamento, anche se con formulazioni diverse ("Trataque", "Dredaque", "Entredaque"), ma sempre con il prezioso liquido come punto di riferimento. I testi dei più antichi documenti riguardanti Introdacqua sono riportati nel volume "Interaquae", a cura di Ernesto Giammarco. La storia locale può, comunque, rifarsi a tempi risalenti alla più lontana antichità (si vèdano le ricerche di Antonio De Nino), fino ad approdare alla storicità documentata del Medioevo. Un punto di riferimento imprescindibile è quello costituito dal volume di Gaetano Susi, "Introdacqua nella storia e nella tradizione", e ad esso si rinviano quanti desiderassero approfondire la conoscenza dei paese. Utile si rivela anche il Volume "Introdacqua", di AA. VV., a cura di Ernesto Giammarco, in quanto impostato sulle angolazioni particolari dei diversi autori. Uno strumento prezioso per la conoscenza di un preciso periodo della storia di Introdacqua, allora "Universitas Terrae Interaquarum", è il catasto onciario, formato nel 1751 e conservato nella sede comunale. Importante, per quanto concerne la radicata tradizione musicale locale (ad Introdacqua si piàntano cipolle e nascono bandisti), è il volume di Berardinò Ferri, "La Banda di Introdacqua e i suoi maestri". Oltre alla Banda, c'è sempre stato in paese un valido Coro Folcloristico, con le donne indossanti il vecchio costume, con il caratteristico copricapo, detto in dialetto "la mantrécchie". Su due tipiche manifestazioni locali, " i fuochi di sant'Antonio" e la corsa della Madonna incontro a Cristo risorto, la Domenica di Pasqua, hanno scritto Rino Panza ("Il mio sant'Antonio abate" e Franco Giammarco ("La Madonne che véle a 'Ntredacque"). All'cocchio di chi arriva percorrendo il bel viale di accesso, il paese offre la visuale della Torre, stagliata sulle case dello sfondo. Nella parte nuova, esso si snoda in una specie di ellisse che, partendo dalla biforcazione sita in località Calvario - arrivando da Sulmona - tocca Viale Fiume, Via Garibaldi (o San Rocco), Piazza Cavour, Via Generale Pronio, Piazza Santa Cecilia, Viale Tripoli, o all'incontrario, a seconda che al bivio del Calvario si prenda a destra o a sinistra. Interessanti sono anche le altre strade, secondarie solo di nome, ma in effetti ricche di scorci caratteristici. Senza contare, poi, la parte vecchia, la zona detta del Castello, con la singolare Torre o, meglio, il dongione medioevale. Sono degni di nota alcuni monumenti architettonici, come la Chiesa Madre (1474-1510 ca.) con lo svettante Campanile (1600), il Palazzo Marchesale (intorno al 1400), la Fontana Vecchia o Fontavecchia (1706) (v. Giovannelli-Mátricardi-Panza-Susi, "La Fontana Vecchia di Introdacqua"). Il temperamento degli introdacquesi è vivace ed estroso. Numerosi suoi figli hanno occupato ed occupano posizioni di prestigio in ogni campo: artigianato, cinema, dialettologia, imprenditoria, let- teratura, medicina, musica, pedagogia, poesia, politica, pubblica amministrazione, sport, storia, teatro, vita ecclesiastica, vita militare, e via dicendo. Ciascuno di questi aspetti meriterebbe una trattazione specifica. Anche tra i tantissimi introdacquesi, che le vicende della vita hanno portato ad emigrare, ci sono state e ci sono personalità di spicco, tra cui occupano un posto particolare Pasquale (Pascal) D'Angelo e Francesco Ventresca. D'Angelo è autore di "Son of Italy " e Ventresca di "Personal Reminiscences", memorie scritte in buon inglese: una peculiarità più che rara per quei tempi, come notò anche Giuseppe Prezzolini. Gli autori erano emigrati dal paese in giovane età (Ventresca sbarcò, diciannovenne, a New York nel 1891 e D'Angelo, sedicenne, nel 1910), con la non esaltante acculturazione allora corrente. Nei loro scritti, accanto alle esperienze vissute in terra americana, emerge un quadro della vita paesana del tempo, un mondo ormai quasi del tutto scomparso, ma ancora ricco di suggestioni anche per il lettore di oggi. Ed a questo mondo tornano ad accostarsi, ogni anno più numerosi, gli introdacquesi che vivono all'estero, specialmente in occasione delle feste di agosto in onore dei Santi Protettori. Introdacqua può costituire la base di partenza per interessanti gite ed escursioni nei bei dintorni (p.es. la Plaia; il territorio del Genzana; la Fonte dei Palombi, con l'ospitale Rifugio Pelino, ecc.), specie d'estate, quando il paese vive tutta una serie di manifestazioni artistiche e ricreative. Introdacqua è una bella realtà, amata e celebrata in versi ed in musica dall'estro artistico dei suoi figli, e perfino in versi latini (Giuseppino Mincione, "Pagus Interaquensis", nella citata "Interaquae"); una realtà, che merita di essere conosciuta più di quanto non si possa fare nell'àmbito di un breve profilo e che non ha mai deluso quanti ad essa si sono accostati.

 

di Rino Panza  

Da vedere

 

Resti del borgo medievale e torre cintata, del XII sec.

Palazzo Trasmondi, edificio gentilizio risalente al XV sec, prende il nome dagli ultimi feudatari che lo abitarono.

Chiesa parrocchiale della SS. Annunziata, ricordata già nel XII sec., ha un bel campanile in stile romanico. All'interno notevoli opere di arte sacra.

Chiesa della SS. Trinità, fondata nel XI sec, l'aspetto attuale risale al XVIII sec.

Chiesa del SS. Sacramento, del XVII sec

 

Appuntamenti

 

Gennaio, Festa di San Antonio Abate ( fuochi rionali e distribuzione dei "renete")

Pasqua di resurrezione, Animesante , processione e rappresentazione della Madonna che "vele".

Luglio/agosto, Festa della Madonna del Rosario; - Festa  di SS. Feliciano e Antonio

Agosto, Sagra della porchetta

Settembre, Festa della Madonna Addolorata e San Rocco

Novembre, Festa di Santa Cecilia

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